Vorrei cominciare partendo dai suoi giocattoli, dai suoi ricordi di una vita da bambino.
Tratto da "Munari giochi e grafica"
Edito in occasione della mostra MUNARI – giochi e grafica
al Castello Soncino, 1990
"Quando ero bambino avevo tanti giocattoli, proprio tanti, così tanti che non sapevo neanche quanti. Avevo dei giocattoli piccolissimi da tenere in tasca, dei giocattoli grandi nei quali potevo anche entrare. Dei giocattoli per giocare da solo e degli altri per giocare con gli amici. Avevo giocattoli per ogni stagione: per giocare con l'acqua d'estate; per giocare con la neve d'inverno. Ne avevo anche alcuni per giocare con la pioggia, altri per giocare con i raggi del sole.
Non ho mai avuto un giocattolo per la nebbia.
Come dicevo all'inizio, da bambino avevo tanti giocattoli, ma proprio tantissimi.
Il primo fu un gattino vero, vivo, miagolante, trovato nel giardino.
Al primo incontro ci guardammo a lungo negli occhi stando fermi a poca distanza uno dall'altro. Poi il gattino venne verso di me e si strofinò a un mio piede. Scesi subito in cucina a prendere qualcosa da magiare per il micio e glielo portai di corsa. Lui si avvicinò lentamente al piattino, lo annusò tutto e poi, con calma, cominciò a mangiare. Ogni tanto interrompeva il pasto, alzava il musino e mi guardava; poi riprendeva.
Da quel giorno diventammo molto amici, lui sentiva quando io salivo le scale e mi veniva incontro. Era caldo e morbido e aveva un buon odorino di nido. Tutti i miei amici lo conoscevano. Questo forse fu il giocattolo più completo che abbia mai avuto, così pensavo allora, oggi invece mi viene il sospetto che anche io bambino ero il giocattolo del gatto."
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