Ve ne ho già parlato qui con un'esperienza dedicata agli adulti.
In questo post vorrei invece mostrarvi questo laboratorio nelle scuole condiviso con i bambini e i loro genitori.
Significa ricercare e studiare le varie specie di erbe e fiori. Significa uscire all'aperto e osservare fin nei più piccoli dettagli. Significa dare un nome a dei fiori che prima non sapevi nemmeno che esistessero. Significa aprire ben bene gli occhi e stupirsi di quanta meraviglia c'è intorno a noi.
Per tutte le ricerche e per scoprire le corrette nomenclature delle erbe e dei fiori durante questo periodo non mi ha mai abbandonata il mio manuale per riconoscerne le diverse specie. Si intitola "Che fiore è questo?" ed è un manuale semplice da utilizzare nel quale i fiori e le erbe sono classificate secondo il colore e secondo la loro forma, facili da riconoscere.
Che fiore è questo? – Scienze naturali, Manuali |
Il modo migliore per conoscere un vero prato però è quello di entrarci. Qui mamme, papà, nonni e bambini lo hanno fatto. Parlo di un prato spontaneo, non di un prato tagliato a regola d'arte o magari addirittura di un prato posato a rotoli.
L'erba a volte è molto alta. A volte bagnata. A volte quest'erba pizzica, altre volte invece profuma. Naturalmente serve anche un po' di coraggio per entrarci. Mettere i piedi in un luogo che poi spariscono e non si sa bene dove vanno a finire è un'impresa da veri esploratori, credetemi.
Ma poi è una soddisfazione scoprire i colori dei fiori: giallo, arancio, rosa, rosso, blu, viola...
Le forme delle foglie: allungate, rotonde, ovali, con i paletti e senza. Foglie a zig zag, foglie pungenti, foglie morbide, lisce...
E poi gli insetti che vivono nel prato: formiche, api, bombi, vespe, sputacchini...
E quando purtroppo la pioggia non ci consente di uscire, munita di stivaloni e mantellina, raccolgo per i bambini un mazzo di prato così da poterlo osservare restando però all'asciutto.
Come il filo d'erba cresce dalla terra anche i fili d'erba dipinti nascono dal basso verso l'alto per creare dinamicità e sfumature.
E le foglie? Naturalmente le foglie, come ci insegna Bruno Munari, stanno già nel pennello perché è il segno che fa il di-segno. E i fiori? Beh, anche quelli sono già nel pennello.
Non mi resta che concludere questo articolo con un bellissimo testo di Bruno Munari dal titolo Taraxacum e regalandovi un'opera di un prato spontaneo realizzata da una classe di bambini della scuola dell'infanzia di Stabio.
"I giganteschi fiori dei fuochi artificiali
sbocciano nel buio della notte
con grande frastuono di tuono
in pochi secondi una mitragliata di piccoli spari
e l'energia concentrata in un piccolo spazio
si espande in ogni direzione
in modo uniforme generando
nello spazio buio una grande sfera di luci
e in corrispondenza degli spari
sbottano altri spari minori
in pochi secondi tutto svanisce
e le scintille luminose ormai rosse
scendono lentamente
spegnendosi
nell'erba
dove incontrano i soffioni
del taraxacum officinale
generati con lo stesso principio
dell'espansione di energia
in ogni direzione dello spazio
in un tempo più lungo e in silenzio.
I soffioni aspettano un bambino
che con un soffio faccia volar via
verso il cielo
i piccolissimi semi."
tratto da "Pensare confonde le idee" di Bruno Munari, Corraini 2008
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