Pioggia. Tanta pioggia. Vento e allerta inondazione.
Queste le caratteristiche di un week end di metà novembre a Lodi. Il maltempo non ha però impedito a quattordici adulti di ritrovarsi sotto un unico tetto, quello della Libreria Sempreliberi, per conoscersi, mettersi in gioco, sperimentare il segno e le sue variabili secondo il Metodo Bruno Munari®.
Intorno ad una tavola imbandita, poche parole di presentazione e l'azione vien da sé. Sperimentare lo strumento in un'unica opera scoprendo le variabili dei gesti.
Variabili dei gesti |
Poi è la volta delle variabili degli strumenti. Vari tipi di pennelli, pennello da barba, da parrucchiere e pasticcere. Spugne e spugnette, pettini e molto altro.
C'è chi preferisce lavorare comodamente seduto, chi in piedi, chi sperimenta liberamente facendo senza pensando, chi invece trova il proprio ritmo in una sperimentazione più scientifica e analitica. Ognuno è libero di provare e divertirsi lasciandosi sorprendere dai segni che ogni strumento lascia.
Si discute sulla provenienza di strumenti insoliti e si fanno ipotesi sul loro reale utilizzo.
Come si chiama questo strumento? A cosa serve? Chi lo utilizza? Non abbiamo trovato risposta. |
Quella del supporto è poi un'altra variabile che si aggiunge alla sperimentazione. Come si comporta uno strumento su supporti diversi? Carta oleata, carta di riso, carta paglia, carta velina, carta alimentare...
Questo l'incipit di un laboratorio che lascia stupiti, ma a volte anche perplessi. "Perché non si utilizza il colore?" Una delle domande che alcuni si sono posti. Oppure "Pensavo che in questo laboratorio si imparasse a disegnare...".
Ma come diceva Bruno Munari "È il segno che fa il disegno".
E prima del disegno si cerca di scoprire le possibilità che le variabili ci offrono per avere poi, una volta riorganizzati i dati, la possibilità di scegliere.
Immagazzinare tanti elementi (grazie alla ricerca e alla sperimentazione) per ampliare la conoscenza e avere gli strumenti necessari per creare relazioni tra le cose, aiuta a sviluppare il proprio pensiero progettuale creativo e guardare le cose da angolazioni differenti.
Scrive Munari a proposito dei bambini in "Fantasia" uno dei suoi libri fondamentali:
"Se vogliamo che il bambino diventi una persona creativa, dotata di fantasia sviluppata e non soffocata (come in molti adulti) noi dobbiamo quindi fare in modo che il bambino memorizzi più dati possibili, nei limiti delle sue possibilità, per permettergli di fare più relazioni possibili, per permettergli di risolvere i propri problemi una volta che si presentano."
Concludendo, quale strumento utilizzerò quindi per disegnare il pelo di un gatto? E quale per un cancello di metallo? Dopo la sperimentazione la risposta vien da sé.
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